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Cannabis light: una sentenza delle Sezioni Unite potrebbe mandare tutto in fumo.

Dall’inizio del mese di Maggio i media hanno iniziato ad approfondire la questione “Negozi di erba legale“.
Si discute circa la liceità di queste attività commerciali che nell’ultimo anno hanno registrato una crescita pari al 75% e che non sembra arrestarsi.

Il polverone, sollevato da Salvini proprio durante il periodo dello scandalo Siri, ha evidenziato la forte spaccatura che c’è a livello politico e giuridico.

Proprio per questo, il 31 Maggio, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite sarà chiamata a stabilire un indirizzo univoco.

In particolare dichiara il questore Pignataro di Macerata: “La sentenza delle Sezioni Unite avrà il fine di analizzare e esaminare il contrasto sorto tra le varie pronunce passate delle diverse Sezioni emesse in tempi e occasioni differenti riguardanti la liceità degli interventi di polizia giudiziaria compiuti a Macerata”

Sulla questione si è espresso anche Marola, fondatore di Easyjoynt, che spiega il motivo per cui è attesa la sentenza a fine maggio: tutto nasce dal conflitto tra la legge del 2016 sulla canapa light, che ammette la vendita di articoli con un THC inferiore allo 0,2, e la legge unica sugli stupefacenti. E aggiunge: “In un anno mezzo di sentenze delle varie sezioni della Cassazione, le prime erano assolutamente contrarie a questi esercizi commerciali, ma da quando è aumentato l’approfondimento sul fenomeno dal punto di vista giuridico, altre sezioni sono arrivate a giudizi con motivazioni molto più ricche e favorevoli alla commercializzazione del fiore. L’ultima sentenza della sesta sezione dice che è possibile la vendita della cannabis light, che il limite da considerarsi corretto per il THC è lo 0,6% e che non serve la destinazione d’uso, perché se questa viene definita su quel prodotto, si limita la sfera delle libertà individuali”.

 

Marola puntualizza: “Quando vi è una difformità di interpretazione tra diverse sezioni, si va alle sezioni unite. In questo modo, si ha una normativa definitiva e si decide una volta per tutte. E’ quello che noi chiedevamo due anni fa. Noi siamo nati per quello, provocando le istituzioni (e penso che ci siamo riusciti) per arrivare a capire perché non si possa vendere un fiore privo di alcun effetto drogante, tutelato dalla legge italiana, dalle direttive europee e dal manuale degli stupefacenti delle Nazioni Unite”.
Su 800 attività commerciali a inizio 2018 si calcolano circa 1500 contratti di lavoro. Ci sono poi oltre 2.000 aziende agricole che si occupano della produzione di Cannabis legale. La caratteristica che lega tutto questo fenomeno sia sul piano produttivo, sia su quello commerciale, è la nascita di una nuova forma di imprenditoria giovanile. Sono cioè nuovi lavori e nuovi posti di lavoro, e spesso di persone che prima erano senza lavoro.
Conclude infine Marola soffermandosi sull’acquirente-tipo dei negozi di Cannabis legale: “Non è affatto il ragazzino, ma l’acquirente ha almeno 30 anni. E cerca la cannabis light non per sballarsi. La cannabis che sballa la trova nella piazzettina dietro l’angolo. Il consumatore tipo di cannabis light è consapevole delle caratteristiche dei fiori di canapa e di tutti gli altri cannabinoidi legali che non sballano. Li vedo io nel mio negozio: sono più le persone cinquantenni che soffrono di insonnia e che vengono a comprarsi la canapa light, con cui si fanno le tisane oppure se la fumano. Ci sono anche tantissime persone che prima usavano marijuana con THC alto e – chiosa – adesso utilizzano la cannabis light perché gli restano la parte gestuale, il sapore e il gusto. Ci sono altri che vogliono smettere di fumare tabacco e si fanno le sigarette con la canapa. A questo punto, mi aspetto che le istituzioni di un Paese importante come dovrebbe essere l’Italia abbia gli strumenti per profilare e capire questo fenomeno, anziché spararla grossa”.

Cannabis terapeutica: a Manchester la prima clinica nel Regno Unito.

Dopo aver annunciato la scorsa estate la legalizzazione della cannabis terapeutica, sono bastati appena 4 mesi al Regno Unito per approvare la norma che ne regola la somministrazione, solo per determinate patologie e attraverso prescrizione medica. L’UK è così andato ad allungare la lista dei paesi in cui curarsi con la cannabis è un diritto.

La nuova clinica di Manchester e le due programmate quest’anno a Birmingham e Londra si specializzeranno in pazienti affetti da patologie croniche tra cui epilessia, PTSD e altre malattie neurologiche e psicologiche. Finora, una clinica simile non è stata aperta in Germania, nonostante diversi tentativi infruttuosi negli ultimi anni.

I medici nel Regno Unito devono prendere decisioni individualmente. E il paziente può ricevere solo una prescrizione per la cannabis ad uso medico se il trattamento farmacologico non produce i risultati attesi.

Il direttore clinico del centro di salute privata Beeches è il professor Mike Barnes, che ha aiutato a ottenere il primo permesso di usare la cannabis per scopi medici per un bambino affetto da epilessia.

ebbene la clinica si occupi al momento solo di casi di dolore cronico e di malattie neurologiche, essa è destinata a espandere la sua attività e ad aprire nuovi centri in altre città come Londra o Birmingham. Probabilmente, in un futuro non molto lontano, i centri medici di questo tipo saranno la norma e verranno considerati alla pari di altri tipi di cliniche specializzate come, per esempio, quelle per la riabilitazione o i centri odontoiatrici.

Il trattamento però non è economico
In un’intervista a  The Times  , i responsabili della clinica hanno detto che i pazienti dovrebbero pagare circa £ 200 (232 euro) per un appuntamento con il medico, e poi tra 600 e 700 sterline al mese per una prescrizione privata.

Netflix: le serie tv sulla Cannabis che devi assolutamente vedere!

La famosissima piattaforma per lo streaming offre davvero contenuti di tutti i tipi: qui vogliamo parlare di tutti quei documentari, serie e show che magari non avete notato per informarci sul mondo della Cannabis (no, non vogliamo propinarvi Sballati al College) e per passare un lunedì sera un po’ diverso.

Così come in passato la marijuana è stata preda del proibizionismo e la demonizzazione, che è durata per decenni, oggi le cose sembrerebbero stare prendendo un’altra piega. La regolarizzazione della cannabis sta portando con sé una visione più oggettiva della sostanza, che si traduce in più informazione. A rispecchiarlo sono le acclamate serie tv che hanno fatto di questa pianta il loro fulcro:

Weeds

Il nome mette subito le cose in chiaro. Con Mary-Louise Parker nel ruolo protagonista, Weeds racconta la storia di Nancy Botwin, una casalinga statunitense di classe media che diventa spacciatrice di marijuana in seguito alla morte di suo marito. L’intenzione originaria della protagonista è quella di tirare su qualche soldo in più per poter mantenere il suo agiato stile di vita, così come quello dei suoi figli. La situazione però gli sfugge di mano e finisce per gestire il suo proprio imperio di cannabis. La serie è caratterizzata da un ritmo avvincente, che aumenta con il progredire delle puntate, spingendo i protagonisti in situazioni sempre più pericolose e insostenibili. Una di quelle fiction che si fanno divorare puntata dopo puntata. Senz’altro, la nostra raccomandazione top.

Strafatti in Cucina

Show televisivo a puntate, ambientato in una cucina alternativa, possiamo classificarlo a metà strada tra Masterchef senza cuochi stellati e Cuochi e Fiamme all’americana – ma l’elemento base di ogni piatto è l’erba. In ogni puntata si sfidano due cuochi e a giudicarli ci sono degli ospiti sempre diversi (personaggi che dovrebbero essere famosi in America, ma che qui da noi sono praticamente sconosciuti). Il format è carino, il risultato è piacevole e divertente e le ricette non sono male: mettono in risalto gli usi culinari della Cannabis – davvero vastissimi – soprattutto per chi preferisce una cucina vegetariana, salutare e moderna.

Anche nei nostri supermercati troviamo prodotti fatti con la farina di Canapa; soprattutto i semi sono famosi per le loro proprietà benefiche e proteiche – il vostro amico fissato con il macrobiotico e il veggie ne avrà sicuramente una confezione in dispensa.

Disjointed

Disjointed è una delle ultime creazioni di Netflix, una serie uscita di recente che offre una visione spregiudicata dell’industria della marijuana. Ruth Whitefeather è un’attivista pro-cannabis che dirige un dispensario di marijuana medicinale, un personaggio idealista, solare e molto particolare interpretato dalla grande Kathy Bates che incoraggia i propri clienti a provare i benefici della pianta e a guardare la vita in modo diverso. Una commedia che riflette un cambiamento di mentalità che riguarda gran parte della società americana e che si sta verificando in sempre più stati.

 

Bates Motel

Nonostante la trama centrale di Bates Motel non giri intorno alla cannabis, la sostanza viene dipinta come un elemento perfettamente integrato nell’ambiente, un chiaro riflesso della crescente accettazione sociale generata dalla marijuana. Per il resto, la serie è un prequel del film Psycho di Alfred Hitchcock, attenti quindi gli amanti del horror psicologico. Se sei uno di quelli che non si fa spaventare da qualche brivido qua e là, questa è la serie che fa per te.

The legend of 420

Questo è un documentario da fattoni old school: in teoria, vuole far conoscere gli effetti della legalizzazione in Colorado e in California, di come abbia attenuato la criminalità e fatto aumentare gli introiti nelle casse dei rispettivi governi, ma in pratica fa vedere tante canne che girano in posti dove è legale. Ha un che di informativo, ovviamente, soprattutto per chi fosse scettico agli usi benefici in ambito medico – racconta la storia toccante di un ragazzino affetto da una grave forma di epilessia – ed è intervallato da piacevoli sketch comici.

Milano: 7000 piante di Cannabis in regalo per sensibilizzare!

Non è il classico pesce d’aprile!

A partire dall’1/04 parte a Milano una iniziativa PRO-CANNABIS che durerà fino al 20 del mese.
Nei principali quartieri di Milano, attraverso 10 cargobike, verranno infatti regalate 7.000 piante, ma non piante qualsiasi, bensì esemplari di Cannabis Legale.
Alle 4:20 pomeridiane di ogni giorno inizierà la distribuzione. Ogni piantina, oltre al cartellino riguardante la genetica della pianta, avrà affisso uno dei vari slogan scelti dagli organizzatori:
“Io non sono droga” / “Io posso essere alimento”/ “Io posso essere Bioplastica”/ “Io posso essere cosmetico” / “Io posso essere Farmaco” / “Io posso curare”.

La manifestazione, organizzata da 4:20 Hemp Fest e da Mecannabis, aprirà le porte ad una delle fiere più importanti  del panorama nazionale: la 4:20 HEMP FEST che si terrà a Milano tra il 3 e il 5 Maggio presso i celebri padiglioni dell’EAST and STUDIOS in Via Mecenate 88/A.

Durante la fiera di inizio Maggio si svolgerà la prima competizione europea di Cannabis Light: la Cannabis Light Cup.
La gara si svolgerà durante i giorni di fiera, e attraverso il voto del pubblico, saranno assegnati  i premi ai migliori prodotti per ognuna delle seguenti categorie: Indoor, Outdoor, Greenhouse, Estratto/Hashish.

Vi sarà anche una Giuria Internazionale, di cui faranno parte anche due personaggi d’eccezione: il Guru della Cannabis Italiana Franco Casalone e il più famoso hashmaker del mondo Frenchy Cannoli, per la prima volta in Italia direttamente dalla California per questa occasione.

I membri sceglieranno i migliori 3 prodotti dell’anno.

Alla competizione potranno partecipare produttori e grower dell’Unione Europea, oltre alle aziende aventi diritto di commercializzazione dei prodotti iscritti alla Cannabis Light Cup 2019.

Saranno presenti 150 espositori, provenienti da tutto il mondo, che proporranno moltissimi prodotti e novità a base di Canapa, sarà possibile partecipare ai workshop e assistere alle conferenze a tema, ci si potrà rilassare presso la vapo lounge e visitare l’area gaming, sarà possibile gustare cibo e bevande a base di Canapa, il tutto accompagnato da concerti live e dj set. Inoltre sarà messa a disposizione esclusivamente agli espositori e agli operatore di settore una Business Lounge all’interno di una terrazza interna con vista sulle aree espositive.

Per maggiori informazioni puoi visitare il sito della manifestazione a questo link

 

Come conservare la cannabis o l’hashish

La cannabis di qualità si ottiene con grande impegno e dedizione. Conservandola correttamente, potrete preservarne la qualità.  Seguendo i consigli di questa guida avrete cime di ottima qualità sempre a portata di mano.

I fattori da controllare per conservare la Cannabis o l’Hashish e avere il massimo risultato sono:

  • Il contenitore
  • L’umidità
  • L’aria
  • La temperatura
  • L’esposizione ai raggi solari

Contenitore

Il vaso di vetro con chiusura ermetica è sicuramente il miglior contenitore. Non assorbe gli odori ed è poco traspirante. Certi tipi di plastica, il legno, il sughero e i metalli, invece non vanno bene perché, al contrario del vetro, assorbono gli odori, ossidano e rendono difficile il controllo dell’umidità. Per l’hashish è la stessa cosa.

Assicuratevi che siano di buona qualità, con sigilli di gomma robusti. Ciò che vi serve è un contenitore che preservi l’integrità della sostanza, e non un barattolo esteticamente bello. Il nemico numero uno delle cime trattate è l’aria. Inserite nel barattolo alcune cime accuratamente trattate, senza riempirlo eccessivamente. Poi, chiudete saldamente il coperchio.

Temperatura

Conservate la ganja in luoghi freschi. Evitate il calore. Tenete l’erba lontana da tubature, caloriferi, impianti di riscaldamento dell’acqua, caldaie, ecc. Fratelli e sorelle che vivete ai tropici, comprendiamo la vostra frustrazione e vi siamo vicini.

Umidità

Il controllo dell’umidità è uno dei fattori più determinanti.
Questo procedimento aiuta a conservare la Cannabis, degrada la clorofilla, evita il crearsi di muffe ed esalta l’aroma e la potenza. 

L’umidità perfetta per conciare è tra il 55% e il 65%, ottimale 62%. Se si tiene sotto al 55% l’erba diventa friabile, se si tiene sopra al 65% si rischia la formazione di muffe.

Aria

Il barattolo nel quale c’è l’erba deve essere aperto una volta al giorno per favorire il cambio d’aria. Se le cime sono particolarmente umide meglio aprirlo anche due volte al giorno. In caso di formazione di muffe isolare velocemente la cima ammuffita per evitare contaminazione.

Per le resine o il fumo, l’aria è il peggior nemico perché ossida e degrada.

 

Quindi, il miglior modo per conservare gli estratti, è quello di farne una palla sferica: la sfera è la forma con meno esposizione, avvolgerla in una pellicola trasparente (meglio se di provenienza naturale), facendo attenzione a farla aderire bene al fumo senza lasciare bolle d’aria.

Questo procedimento si chiama temple ball e permette l’invecchiamento della resina, evita l’ossidazione e, come la concia per le cime, migliora l’aroma e l’intensità del hashish.

In caso il fumo sia più resinoso e friabile, quindi difficile da maneggiare, si può conservare in un piccolo contenitore di vetro con della carta forno sul fondo e nei lati, evitando il contatto diretto con il vetro. Questo procedimento si chiama cura. 

Esposizione a temperature e raggi solari

La temperatura e l’esposizione ai raggi solari sono fattori cruciali per evitare la degradazione del THC in CBN (cannabinolo).

Il CBN è un cannabinoide 30 volte meno forte del delta-9-THC, ha effetti più soporiferi e i fiori si presentano più marroni quando sono del tutto degradati. Quindi, è preferibile conservare la cannabis (barattoli) al fresco e al buio, come in un armadio o dei cassetti , con una temperatura mai superiore ai 21 gradi.

La resine e l’hashish è meglio conservarli in un ambiente buio e freddo, per evitare la degradazione’ dunque il frigo è la migliore soluzione. Meglio evitare le temperature troppo basse come nel freezer, perché, anche questo, a lungo termine rovina la struttura del fumo.

ULTERIORI SUGGERIMENTI

Oltre a usare il contenitore di migliore qualità, ci sono anche alcuni piccoli passi che potete seguire per realizzare al meglio tutto il processo. Procuratevi un igrometro e/o alcune speciali buste per bilanciare l’umidità interna del contenitore dove si sta conservando l’erba, in modo da ottimizzare i livelli di umidità. Humidipak 62 o Integra Boost 55 sono due prodotti appositamente progettati per mantenere costante l’umidità relativa al 62% e al 55%, rispettivamente. Potreste anche sigillare sottovuoto i barattoli stessi, evitando gli svantaggi pur beneficiando dei vantaggi. Non maneggiate le cime a mani nude, ma usate piuttosto delle bacchette cinesi o qualcosa di simile. Gli oli della pelle sono troppo aggressivi per i delicati tricomi. Infine, cercate sempre di conservare separatamente le diverse varietà, in modo da distinguere i loro particolari profili aromatici.

A questo punto, quando si tratta delle cose “da non fare”, oltre a quelle più ovvie, ci sono alcuni trucchi che potreste trovare utili. Evitate di usare il congelatore o il frigorifero. L’unica cosa che otterrete è la separazione dei tricomi dalle cime e l’eliminazione dell’umidità. Quindi, a meno che non stiate facendo dell’hashish, questo metodo non vi aiuterà in alcun modo. Non posizionate la vostra marijuana vicino agli elettrodomestici in uso, dato che potrebbero rilasciare calore. Voi potreste non accorgervene, ma dopo diverse settimane le cime ne risentiranno.

L’articolo si considera a scopo prettamente informativo. Dissuadiamo chiunque dal compiere atti illeciti e non conformi alla normativa vigente.

Sarà la Cannabis a salvare Taranto?

Si chiama fitorisanamento. Ed è un processo di purificazione dei terreni altamente inquinati. A fare da apripista all’uso di alcune tipologie di piante per risanare terre martoriate dall’inquinamento dell’uomo è stata Chernobyl. Tecnincamente si parla di “uso diretto di piante verdi viventi per la rimozione, la decomposizione, o il contenimento dei contaminanti nel suolo, nei fanghi, nei sedimenti e nelle acque superficiali e sotterranee”.

Purificare i terreni dalla diossina, grazie a una piantagione di canapa. È questo l’obiettivo che si è prefissato Vincenzo Fornaro, un allevatore della provincia di Taranto che a causa dell’inquinamento del terreno ha perso tutto.

Vincenzo non è il primo che utilizza la canapa per purificare un’area in cui è presente un eccessivo quantitativo di inquinanti.

Già l’anno scorso, infatti, Andrea Carletti, socio di Assocanapa e presidente del consiglio di amministrazione dell’impresa agricola Le Terre del Sole, aveva destinato 12 ettari di terreno alla coltivazione di una particolare varietà francese “Futura 75”, un incrocio di semi a bassissimo contenuto di thc (0,2%).

«Siamo stufi di aspettare la politica», replica Fornaro. «Con una decina di agricoltori siamo pronti a seminare a canapa 150 ettari». A Taranto esiste già un impianto di prima trasformazione (in Italia sono solo due). Un’azienda locale di materiali edili, la Vibrotek, sta testando un prototipo di calce e canapa. Un gruppo di giovani ragazze vuole usare la fibra per produrre piatti.

La Corte europea dei diritti umani accusa l’Italia di non aver protetto la salute dei cittadini. Come la madre dei fratelli Fornaro. «Un tumore se l’è portata via anni fa», racconta Vincenzo. «A me hanno tolto un rene, sono vivo per miracolo. Ma adesso il vento è cambiato, ci riprendiamo la nostra terra. Stiamo vincendo noi».

Quando la cannabis diventa arte: il genio antiproibizionista di Madrid

Il suo nome d’arte è Sea162. Si tratta di un artista spagnolo che utilizza cannabis e derivati per creare le proprie opere d’arte. Nel suo negozio online è possibile ammirare splendidi murales e veri e proprie opere realizzate con cime ed olii.

 

“Ho iniziato 4 anni fa quando un amico mi ha chiesto di decorare il suo Smoking Cannabis Club a Guadalajara. All’inizio l’idea era di dipingere le pareti, così ho pensato che potevamo fare qualcosa con la cannabis! Il mio amico ha iniziato a morire di risate e ha detto, ok!”

 

 

Nel suo primo lavoro ha avuto a disposizione diversi tipi di cannabis ed estratti e ha iniziato a studiare come incollarli al vetro. Il risultato è stato stupefacente e di là ha iniziato ad effettuare questo tipo di lavori su ordinazione “visto l’alto costo dei materiali necessari”.

 

“Solitamente per un lavoro di medie dimensioni utilizzo 70g di erba, 70 di hashish e circa 100g di cannabis per fare l’olio necessario. La cannabis più adatta a questo utilizzo è quella outdoor con piccole cime, anche se spesso chi mi commissiona il lavoro mi mette a disposizione la cannabis migliore che ha a disposizione: aromi migliori anche se per me è più complicato”

Cassazione sulla Cannabis Legale: E’ lecita la vendita e il consumo.

La vendita in negozio di Cannabis Light/ Erba Legale è lecita seconda la Suprema Corte di Cassazione. Lecito è anche l’uso dei prodotti realizzati con essa e messi in commercio.

Questa è la linea dettata dalla sesta sezione penale della Cassazione che ha annullato senza rinvio il sequestro disposto dal Riesame di Macerata nei confronti di un 28enne che aveva posto in commercio infiorescenze di cannabis.

Inizialmente i giudici avevano ritenuto che la L242/2016 non rappresentasse una deroga alla disciplina penale in materia di sostanze stupefacenti. Oggi, invece, la Cassazione “attesa che la coltivazione della varietà di canapa non è reato” e “viene consentita senza necessità di autorizzazione”. La L242/2016 non parla di commercializzazione ma secondo i Giudici della Cassazione ” risulta del tutto ovvio che sia consentita”, infatti “la commercializzazione di un bene che non presenti intrinseche caratteristiche di illiceità, deve, in assenza di specifici divieti, ritenersi consentita”.

Quindi, se il negozio di erba legale/cannabis light “è in grado di documentare la provenienza lecita della sostanza, il sequestro può giustificarsi solo se emergono specifici elementi di valutazione che rendano ragionevole dubitare della veridicità dei dati offerti e lascino ipotizzare la sussistenza di un reato”

EHHZY STORE – Negozio di cannabis e Distributore H24 a Bari.

Dopo il successo di EHHZY.IT per la consegna di erba legale a domicilio, finalmente apre il primo negozio di cannabis a bari tutto marchiato EHHZY.

All’interno del nostro grow shop a Bari, in Via G. Capruzzi 130/A, potrai trovare una vasta scelta di erba legale, olii, creme viso e corpo, estratti e infusi. Una intera vetrine in stile #yourpersonalbox dedicata alle nostre infiorescenze di cannabis dove, prima dell’acquisto, potrai testare gli aromi delle migliori infiorescenze.

Ehhzy Store Bari è anche dotato di un distributore di erba legale H24 con  disponibili formati da uno, due e tre grammi.

“Concediti il tuo nuovo momento di relax, al resto ci pensiamo noi”

 

La Cannabis non danneggia il cervello umano.

La Cannabis Light o Erba Legale si può ormai comunemente trovare in negozi, distributori h24 e delivery.

Qualche tempo fa, uno studio di dubbia provenienza affermava che ci fossero stati cambiamenti strutturali nel cervello di chi faceva uso di Cannabis a scopro ricreativo, negli stati consentiti ( l’Italia purtroppo non fa ancora parte di questi stati).

I ricercatori del Dipartimento di Psicologia e Neuroscienze dell’ Università del Colorado Boulder ed il Dipartimento di Psychological and Brain Sciences dell’ University of Louisville hanno creato un processo per tentare di replicare i risultati precedenti, ma non ci sono riusciti, ottenendo ben altri risultati finali.

I partecipanti allo studio erano sia adulti che adolescenti. Ci sono stati dati di risonanza magnetica del cervello e divisi ed accuratamente selezionati (ad esempio chi consuma cannabis e quelli che non lo fanno).

I risultati sono stati chiari e rappresentano una pietra miliare della scienza moderna: “Non sono state trovate differenze significative tra i consumatori di ogni giorno ed i non consumatori sul volume o sulla forma del cervello nelle regioni di interesse”, hanno affermato gli autori dello studio che ritengono inoltre di poter replicare questi risultati all’infinito, per confermarne la fondatezza.

Nel numero di dicembre del Libertà Leaf Magazine è stato pubblicato un articolo del Dott Jahan Marcu PhD su come la cannabis effettivamente possa aiutare il cervello. Nell’articolo il Dr. Marcu sfata anche le pretese di un calo del QI tra i consumatori di cannabis.

“La Cannabis terapeutica può essere un’altra freccia nella faretra della medicina moderna per combattere le malattie cerebrali, come le malattie neurodegenerative, tra cui la sclerosi multipla, la malattia (sclerosi laterale amiotrofica) di Lou Gherig, Parkinson ed il morbo di Alzheimer. La ricerca dimostra che la Cannabis ed i relativi composti sono noti per i loro effetti protettivi per il cervello”, ha chiuso nell’articolo il Dr. Marcu.