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Che fine ha fatto il CBD dopo la legalizzazione del THC in California?

Dalle meravigliose spiagge sabbiose della West Coast all’iconica insegna di Hollywood, la California è un luogo unico e pieno di sorprese. Tra queste, spiccano le iniziative pionieristiche nel campo della cannabis. Infatti, la California è stata il primo stato a legalizzare l’uso terapeutico della cannabis nel 1996, aprendo la strada per una serie di progressi nel settore.

La California è sempre stata un pioniere del cambiamento e dell’innovazione e questa legge rappresenta un esempio lampante di questo spirito. Essere all’avanguardia nella legalizzazione della cannabis ha dato alla California un vantaggio competitivo nel settore, oltre a fornire un’opportunità di migliorare la salute, il benessere e la qualità della vita per i suoi cittadini.

Nel 2021, con l’approvazione dell’Assemblea Bill 45, la California ha segnato un altro importante passo avanti nella legalizzazione dei prodotti derivati dalla canapa e del CBD. Questa legge ha reso legale la vendita e la produzione di prodotti a base di canapa, inclusi quelli contenenti CBD. 

Posso acquistare CBD in California?

Il CBD è disponibile in varie forme nei negozi specializzati, negozi di salute e benessere, e talvolta anche nei negozi di alimentari. La sua presenza è diventata una scelta comune per le persone che cercano sollievo da vari sintomi e condizioni come ansia, depressione, dolore cronico, insonnia e altro ancora.

Dopo la legalizzazione del THC in California, il CBD ha continuato a essere molto popolare e facilmente accessibile nella comunità. Anche se sia il THC che il CBD sono cannabinoidi derivati dalla pianta di cannabis, ci sono alcune differenze tra i due. Il THC è noto per le sue proprietà psicoattive, che causano la sensazione di “sballo”, mentre il CBD non ha effetti psicoattivi e non causa alterazioni cognitive. (Leggi qui gli usi e benefici del CBD

La legalizzazione del THC ha anche portato a una maggiore attenzione e ricerca sul CBD. Poiché entrambi i composti si trovano nella pianta di cannabis, le persone sono diventate più interessate a comprendere i potenziali benefici e la sicurezza del cannabidiolo. Gli studi scientifici e le ricerche sul CBD sono aumentati, fornendo una maggiore base di conoscenza per la comunità sulla sua efficacia nell’affrontare una varietà di condizioni mediche.

In conclusione, dalla legalizzazione della cannabis terapeutica nel 1996 all’approvazione dell’Assemblea Bill 45 nel 2021, la California ha dimostrato di essere un leader nella promozione e nella regolamentazione del CBD. 

Siamo entusiasti di vedere cosa riserverà il futuro per il CBD e l’industria della cannabis in California e nelle altre parti del mondo che si ispirano a questa visione illuminata. 
Condividi su Instagram la tua esperienza e opinione sulla regolamentazione del CBD in California, ci trovi come @ehhzy_ba

Le informazioni sopra riportate vengono fornite esclusivamente a scopo didattico e informativo, senza alcuna intenzione di fornire consulenza legale. 

Le conseguenze del 22 Settembre.

INTRODUZIONE

Il decreto del 22 settembre 2023, che ha inserito le “preparazioni ad uso orale di cannabidiolo (CBD) ottenuto da estratti di cannabis” nella tabella dei medicinali contenuta nel testo unico sugli stupefacenti, ha comportato numerose conseguenze sia per i consumatori che per i commercianti.

In questo articolo cercheremo di analizzare e fare chiarezza sulla situazione dell’olio di cbd in Italia, buona lettura!

CONSEGUENZE PER I CONSUMATORI

Per i consumatori di olio di CBD, la prima importante conseguenza è stata proprio la difficoltà nel reperire dell’olio di CBD. La legge ha imposto che la vendita del CBD debba essere effettuata esclusivamente da farmacie sotto prescrizione medica.

Tuttavia ad oggi molte farmacie non sono ancora attrezzate per la vendita di olio di CBD e spesso non hanno le conoscenze necessarie per fornire informazioni ai consumatori.

A tal proposito, vogliamo riportare la testimonianza di un nostro cliente abituale, lo chiameremo Mario per privacy: “Adesso cosa devo fare? Devo chiedere al medico? E se il mio medico non dovesse prescrivere l’olio? Non so più a chi rivolgermi, fino ad oggi ho sempre acquistato l’olio di CBD in negozi specializzati come il vostro, ma adesso mi sento spiazzato e non so come fare per trovare il prodotto di cui ho bisogno”.

La testimonianza del signor Mario è solo una delle tante che abbiamo ricevuto nell’ultimo mese, da clienti che non sanno più a chi rivolgersi per trovare un prodotto di cui hanno bisogno. 

In generale, il decreto che ha inserito le preparazioni di CBD ad uso orale nella tabella dei medicinali ha creato molte difficoltà per i consumatori, causando molta confusione e disorientamento e, di conseguenza, un enorme aumento della disinformazione. 

Tuttavia, noi come venditori continuiamo a cercare di supportare i nostri clienti, nonostante le difficoltà. Speriamo che l’attuale fase di incertezza si risolva presto e che i consumatori possano nuovamente avere accesso a tutti i prodotti a base di CBD di cui hanno bisogno. (leggi qui per scoprire gli usi e i benefici dell’olio di CBD)

CONSEGUENZE PER I COMMERCIANTI

Per noi commercianti, invece, le percussioni sono state molto gravi. 

La principale conseguenza è stata la confusione che la nuova normativa ha creato sulla commercializzazione del CBD. Spesso le forze dell’ordine si sono basate su notizie giornalistiche che confondono il CBD ad uso orale con altri prodotti, sequestrando indiscriminatamente qualsiasi cosa, anche infiorescenze.

Alcune aziende sono state sottoposte a sequestri di prodotti e sono finite sotto processo per detenzione e spaccio di stupefacenti, causando danni economici e psicologici non indifferenti. Questa nuova normativa ha rappresentato un ulteriore ostacolo per il mercato del CBD, che già stava cercando di trovare una regolamentazione adeguata in cui operare. Tuttavia, la situazione attuale ha creato molta confusione e difficoltà per i commercianti.

ULTIME NOTIZIE: Il Tar del Lazio boccia il decreto del governo sui derivati della cannabis light.

Il Tar del Lazio ha respinto il decreto ministeriale del 7 agosto scorso, che aveva vietato la vendita di prodotti a base di cannabidiolo per uso orale, inserendoli nella tabella dei medicinali. La decisione è arrivata in seguito al ricorso presentato dall’associazione Imprenditori Canapa Italia (ICI) il 3 ottobre e ha concesso la sospensione del decreto, consentendo nuovamente il commercio di questi prodotti al pubblico.

Il tribunale amministrativo ha stabilito che il decreto è inefficace fino alla camera di consiglio fissata per il 24 ottobre. Ci auguriamo che presto ci sia maggiore chiarezza sulla normativa in modo che tutti i commercianti possano operare in modo trasparente e in linea con la legge.

OLIO DI CBD ILLEGALE IN ITALIA?  

Una decisione inaspettata quella del ministero della Salute, che ha revocato la sospensione del decreto del primo ottobre 2020 che inseriva le “preparazioni ad uso orale di cannabidiolo (CBD) ottenuto da estratti di cannabis” nella tabella dei medicinali contenuta nel testo unico sugli stupefacenti. 

Nel 2020 dopo numerose proteste, il decreto era stato temporaneamente sospeso il 28 ottobre. Ora la revoca della sospensione entrerà in vigore definitivamente dal prossimo 22 settembre con il decreto (GU Serie Generale n.194 del 21-08-2023) .

Il decreto del 2020 era stato giustificato dall’arrivo in Italia ed Europa dell’Epidiolex, un farmaco a base di CBD utilizzato contro l’epilessia. 

Tuttavia, l’Epidiolex è già in commercio in Italia e in altri paesi europei. 

Se il decreto diventasse effettivo, l’Italia sarebbe l’unico paese in Europa e forse nel mondo a considerare le preparazioni per uso orale di CBD come uno stupefacente, di conseguenza, gli oli di CBD in libera vendita scomparirebbero e la vendita del cannabidiolo in forma di oli o comunque estratti, dovrà avvenire solo in farmacia e sotto prescrizione medica.

È importante sottolineare che il cannabidiolo è una sostanza prodotta dall’organismo, a differenza di farmaci come le benzodiazepine e gli oppiacei. 

I cannabinoidi sono presenti naturalmente nel nostro corpo e l’assunzione di oli, anche con una percentuale elevata di CBD, non ha mai mostrato controindicazioni significative.

Questo è possibile grazie alla capacità dell’organismo di assorbire questi principi attivi che sono intrinsecamente collegati al nostro corpo e non estranei ad esso.

 IL CBD NON È UNO STUPEFACENTE!

Il CBD non è uno stupefacente: non ha effetti psicotropi e a ribadirlo sono numerose sentenze e studi scientifici.

 L’AIFA ha incluso il CBD tra le “Sostanze attive dal punto di vista fisiologico” senza però inserirlo nell’elenco delle sostanze stupefacenti o a rischio di abuso. Alcuni esempi di sostanze attive includono il camazulene della camomilla, la vitamina C e molte altre molecole ben conosciute che sono presenti in prodotti disponibili in vendita libera.

Nel gennaio del 2019, l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha raccomandato agli Stati membri di sottrarre le preparazioni a base di cannabidiolo (CBD) al controllo internazionale.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CJEU), attraverso la sua sentenza C-663-18 del 19 novembre 2020, ha dichiarato che gli Stati membri non possono proibire la vendita di CBD che sia stato legalmente prodotto in un altro Stato membro. Inoltre, la CJEU ha sottolineato che il CBD non è considerato una sostanza stupefacente. È importante notare che i prodotti contenenti CBD non presentano problematiche particolari. La loro libera circolazione è stata confermata negli ultimi anni nell’Unione Europea, in Svizzera e nel Regno Unito.

COSA NE PENSIAMO

Sarebbe la prima volta che in Italia viene inserito nella lista delle sostanze stupefacenti un prodotto che non lo è. Tanto vale metterci anche la camomilla!

Si tratta chiaramente dell’ennesimo attacco al settore della canapa e alla libertà di utilizzare prodotti alternativi ai farmaci, naturali e senza controindicazioni.

In questa maniera, ci troveremo di fronte ad un altro evento a scopo di lucro, in cui i costi di tali prodotti aumenteranno come quelli numerosi farmaci, contribuendo ad aumentare i profitti delle aziende farmaceutiche e dei lobbisti pronti a sfruttare ciò che gli analisti indicano da molti anni come un settore in rapida crescita con previsioni che aumentano di anno in anno.

Piante di cannabis contro le zanzare?

Quando le fastidiose zanzare infestano la tua zona, perché non coltivare piante di marijuana nel tuo giardino per cacciarle via? 

Questa è stata la geniale (ma non troppo) idea di due uomini italiani.

Il primo è un uomo di Olevano, in provincia di Pavese, è stato denunciato dai carabinieri per la coltivazione di dieci piante di marijuana nel suo giardino. Il secondo è un 50enne di Busto Arsizio. La giustificazione di entrambi? Le piante erano servite per cacciare le fastidiose zanzare che infestano la zona in questo periodo. Ma perché le zanzare non sono attratte dalla cannabis? Vediamolo insieme!

Cannabis come repellente per zanzare

Tutto dipende dall’odore. Le piante di cannabis emettono un odore caratteristico grazie ai loro composti organici chiamati terpeni.

I terpeni sono responsabili dei vari sapori e aromi ad essa associati. Oltre a questa loro particolarità hanno anche la funzione di proteggere la pianta dall’ambiente circostante affinché prosperi rigogliosa.

Il merito va al Linalolo, questo terpene può coprire gli odori che attirano le zanzare, rendendo la cannabis un vero e proprio repellente naturale.

Cosa è il Linalolo?

Il linalolo è un terpene presente nella cannabis ed è noto per il suo aroma floreale e simile alla lavanda.Ha un profumo dolce, speziato e legnoso ed è spesso usato in aromaterapia.

Il linalolo è stato collegato a diverse potenziali proprietà curative, tra cui la riduzione di ansia, depressione, dolore, infiammazione e persino l’aiuto con i sintomi dell’epilessia. Inoltre, il linalolo ha proprietà antibatteriche e antimicotiche. Si ritiene inoltre che abbia effetti sedativi, che possono aiutare con l’insonnia e lo stress.

Vuoi saperne di più sui terpeni? Leggi il nostro articolo completo per scoprire cosa sono, quali sono i loro effetti e come interagiscono con i cannabinoidi.

Metodi della coltivazione della cannabis

Se sei un appassionato di cannabis, saprai che ci sono diversi metodi di coltivazione che possono influenzare la qualità e la resa delle piante. Nel mondo della coltivazione della cannabis, le quattro principali metodologie sono: indoor, outdoor, greenhouse (in serra) e idroponica

In questo articolo ti spiegheremo le principali differenze tra i metodi di coltivazione appena citati e i loro vantaggi. Buona lettura!

COLTIVAZIONE INDOOR

La coltivazione indoor della cannabis offre numerosi vantaggi per i coltivatori.

Uno dei principali vantaggi della coltivazione indoor è il controllo delle condizioni ambientali. Coltivando la cannabis indoor, i coltivatori hanno la possibilità di creare l’ambiente ideale per le loro piante, compreso il controllo della temperatura, dell’umidità e dell’illuminazione. Questo controllo consente la coltivazione durante tutto l’anno indipendentemente dalla stagione o dal clima, rendendolo un’opzione adatta per i coltivatori in varie regioni.

Inoltre, la coltivazione indoor utilizzando lampade come fonte di luce fornisce condizioni di illuminazione personalizzabili per una crescita ottimale delle piante. Questo livello di controllo sull’ambiente può comportare rese di qualità superiore e una produzione più consistente.

Un altro vantaggio della coltivazione indoor della cannabis è una maggiore resa. Con un’attenta gestione delle condizioni ambientali, i coltivatori possono ottimizzare la crescita delle piante e massimizzare il potenziale di resa. Fornendo alle piante le condizioni ideali per la crescita, come l’illuminazione controllata, l’apporto di nutrienti e il flusso d’aria.

Tuttavia, è importante notare che il raggiungimento di rese più elevate può richiedere un investimento significativo in attrezzature, come luci di coltivazione e sistemi di ventilazione, nonché una conoscenza approfondita della cura delle piante e delle tecniche di coltivazione 

Oltre al potenziale di resa, la coltivazione di cannabis indoor offre un maggiore controllo di parassiti e malattie. Coltivando la cannabis indoor, i coltivatori possono ridurre al minimo il rischio di parassiti e malattie che si trovano comunemente negli ambienti esterni . L’ambiente controllato di una grow room riduce la probabilità che parassiti e malattie vengano introdotti nelle piante, oltre a consentire la diagnosi precoce e l’intervento in caso di problemi. Questo può aiutare a prevenire la perdita del raccolto e garantire la salute generale e la vitalità delle piante. 

COLTIVAZIONE OUTDOOR

La coltivazione di cannabis all’aperto è una scelta popolare per molti coltivatori per diversi motivi. Uno dei vantaggi significativi della coltivazione all’aperto è l’utilizzo della luce solare naturale. La luce solare fornisce alle piante l’intero spettro di luce di cui hanno bisogno per una crescita e uno sviluppo ottimale.

Inoltre, la coltivazione all’aperto ha spesso costi inferiori rispetto ai metodi indoor o in serra. L’ambiente naturale fornisce gli elementi necessari per la crescita delle piante, riducendo la necessità di illuminazione artificiale, controllo della temperatura e sistemi di ventilazione. Un altro vantaggio della coltivazione all’aperto è il potenziale per piante di dimensioni maggiori. Con ampi spazi e una crescita radicale illimitata, le piante possono raggiungere il loro pieno potenziale, con conseguenti rese più elevate. Tuttavia, la coltivazione all’aperto comporta anche considerazioni come la vulnerabilità alle condizioni meteorologiche, i parassiti e il controllo limitato sui fattori ambientali.

COLTIVAZIONE IN SERRA

La coltivazione in serra offre una via di mezzo tra i metodi indoor e outdoor. 

Questo metodo fornisce un ambiente più controllato rispetto alla coltivazione all’aperto, consentendo ai coltivatori di prolungare la stagione di crescita e proteggere le piante dalle condizioni meteorologiche avverse. Le serre offrono anche il vantaggio di un maggiore controllo sui fattori ambientali come la temperatura e l’umidità senza dover dipendere completamente dalla luce artificiale. Tuttavia, la coltivazione in serra richiede ulteriori investimenti in infrastrutture e manutenzione rispetto alla coltivazione all’aperto. L’uso di sistemi di illuminazione artificiale e climatizzazione può aumentare i costi operativi.

Nonostante ciò, la coltivazione in serra rimane una scelta popolare per i coltivatori che cercano un equilibrio tra ambienti naturali e controllati per la crescita della cannabis.

COLTIVAZIONE IDROPONICA

La coltivazione idroponica di cannabis consente di coltivare le piante utilizzando una soluzione nutritiva anziché il suolo. Questo metodo consente un maggiore controllo sulle quantità di nutrienti che le piante ricevono e sulla quantità d’acqua che necessitano. Inoltre, la coltivazione idroponica riduce il rischio di malattie del suolo e di infestazioni di insetti. Tuttavia, questo metodo richiede un livello più elevato di esperienza e investimenti in attrezzature, come pompe, serbatoi e sistemi di monitoraggio. Il mantenimento e il monitoraggio dei livelli di nutrienti e dell’equilibrio del pH sono fondamentali per il successo della coltivazione idroponica. 

In conclusione, le diverse coltivazioni della cannabis, indoor, outdoor, in serra e idroponica, offrono una serie di vantaggi e sfide uniche. La coltivazione indoor consente ai coltivatori di avere il pieno controllo delle condizioni ambientali, mentre quella outdoor sfrutta le risorse naturali e offre ai fiori un profilo aromatico unico. La coltivazione in serra combina i vantaggi di entrambi i metodi e può estendere la stagione di crescita. Infine, la coltivazione idroponica elimina il bisogno di terreno e permette un’ottima circolazione dei nutrienti.

Ogni metodo ha i suoi pro e contro, ma il successo della coltivazione dipende dalle competenze del coltivatore, dalle risorse disponibili e dagli obiettivi desiderati. Scegliere tra le diverse opzioni richiede una valutazione attenta delle esigenze personali e dell’ambiente circostante.

In definitiva, sia che si opti per una coltivazione indoor, outdoor, in serra o idroponica, è fondamentale investire tempo nella ricerca e nell’apprendimento continuo per migliorare le proprie competenze nel settore e raggiungere risultati soddisfacenti.

Cannabis e del movimento LGBTQ+ : Una storia condivisa.

A prima vista, la cannabis e la comunità LGBTQ+ potrebbero non avere molto in comune, ma le loro storie rivelano alcuni sorprendenti parallelismi.

Entrambi sono stati emarginati e criminalizzati dalla società, ed entrambi hanno lottato per l’accettazione e la parità di diritti. Nonostante abbiano affrontato diverse forme di oppressione, sia la cannabis che il movimento LGBTQ+  hanno mostrato una notevole resilienza e determinazione nelle loro lotte per il riconoscimento e la liberazione. 

In questo articolo esploreremo le connessioni tra queste due comunità e come le loro storie si sono intrecciate nel corso degli anni. Buona lettura!

Il movimento per i diritti LGBTQ+ e il movimento per la legalizzazione della cannabis hanno obiettivi simili.

Entrambi i movimenti cercano di sfidare le norme sociali e spingere per una maggiore accettazione dei gruppi stigmatizzati. La comunità LGBTQ+ ha affrontato a lungo discriminazioni ed emarginazione, con molte persone costrette a nascondere la propria identità per paura di ritorsioni. Allo stesso modo, l’uso di cannabis è stato pesantemente stigmatizzato e criminalizzato, con i consumatori che spesso devono affrontare dure sanzioni legali e giudizi sociali.

Eppure entrambi i gruppi hanno persistito nelle loro lotte per una maggiore visibilità, accettazione e legalizzazione. Gli eventi Pride celebrano i successi della comunità LGBTQ+, mentre i raduni e i festival della cannabis attirano l’attenzione sui potenziali benefici della pianta. Entrambi i movimenti mirano a sfidare le strutture di potere esistenti e dare voce a coloro che sono stati emarginati e oppressi.

Comunità LGBTQ+ e Industria della Cannabis 

L’industria della cannabis è diventata un faro di speranza per le persone queer in cerca di opportunità per costruire carriere di successo.

Ciò è particolarmente significativo perché le persone queer sono state storicamente emarginate nella società. La comunità LGBTQ+ ha dovuto lottare per i suoi diritti fondamentali, incluso il diritto di amare chi vuole, sposare chi vuole ed esistere senza timore di discriminazioni. Nonostante queste sfide, le persone queer hanno continuato a spianare la strada al progresso e al cambiamento, anche nell’industria della cannabis.

Un esempio notevole di business della cannabis guidato da queer è Pride Wellness, un’azienda di cannabis con sede in California che si rivolge specificamente alla comunità LGBTQ+. L’azienda offre una gamma di prodotti, tra cui vaporizzatori, infiorescenze, estratti di cannabis pensati per aiutare le persone LGBTQ+ a gestire ansia, depressione e altri problemi di salute mentale.

La lotta per l’uguaglianza e la legalizzazione

È innegabile che sia la comunità LGBTQ+  che il movimento per la legalizzazione della cannabis abbiano fatto molta strada in termini di progresso verso l’uguaglianza e l’accettazione. Il terreno comune che entrambi i gruppi condividono è la loro lotta contro l’oppressione, lo stigma e l’emarginazione. 

Di fronte alle avversità e alla discriminazione istituzionalizzata, la comunità LGBTQ+ ha sempre sostenuto il proprio diritto ad amare e vivere liberamente. La lotta per la legalizzazione della cannabis ha preso una strada simile, con i sostenitori che lottano per il loro diritto di accedere e utilizzare la pianta senza il timore di persecuzioni.

Mentre continuiamo a fare passi avanti verso l’uguaglianza e l’accettazione, è importante ricordare che questi movimenti vanno di pari passo. Proprio come si intrecciano la lotta per l’uguaglianza razziale e il femminismo, anche la lotta per i diritti LGBTQ+  e la legalizzazione della cannabis sono collegate. Restando uniti, possiamo aiutarci a vicenda ad andare avanti verso un futuro di progresso, inclusività e rispetto. 

CONCLUSIONE

Noi di EHHZY siamo orgogliosi di annunciare il nostro sostegno al Bari Pride 2023. 

Crediamo che tutti meritino pari diritti e trattamento indipendentemente dal loro orientamento sessuale o identità di genere. 

Sappiamo che il cambiamento non avviene dall’oggi al domani, ma ci impegniamo a utilizzare i nostri canali per sostenere un cambiamento positivo e creare un mondo più inclusivo e accogliente per tutti. 

Crediamo che rimanendo uniti e lottando per i diritti degli altri possiamo fare la differenza

COSA SONO I TERPENI E CHE RUOLO HANNO NELLA CANNABIS

Ti sei mai chiesto come mai alcune piante sono più profumate delle altre? Da dove proviene quell’aroma inconfondibile che ci permette di riconoscere la cannabis anche senza vederla?

Tutto questo è possibile grazie a una sostanza: i terpeni.

In questo articolo daremo un’occhiata a cosa sono i terpeni, i principali tipi di terpeni presenti nelle piante di cannabis e come lavorano per creare gli effetti unici di ogni varietà.

COSA SONO I TERPENI?

I terpeni sono una classe di composti organici presenti in molte piante e sono responsabili dei vari sapori e aromi ad essi associati. Oltre a questa loro particolarità hanno anche la funzione di proteggere la pianta dall’ambiente circostante affinché prosperi rigogliosa.

Nella cannabis, i terpeni svolgono un ruolo fondamentale nella produzione delle proprietà e degli effetti unici di diversi ceppi. I terpeni vengono creati attraverso un processo di conversione metabolica, in cui gli enzimi convertono le molecole precursori in terpeni. Questo processo è innescato sia da stimoli ambientali, come la quantità di luce, temperatura e umidità, sia da fattori genetici.

I terpeni sono anche noti per la loro capacità di interagire con il sistema endocannabinoide del corpo, rendendoli una parte importante dei benefici terapeutici della cannabis

I PRINCIPALI TIPI DI TERPENI

Ci sono oltre 200 terpeni conosciuti nella cannabis, ognuno dei quali ha il suo insieme

unico di caratteristiche ed effetti. Tra i terpeni più famosi troviamo:

Il Mircene è uno dei terpeni più abbondanti nella cannabis ed è responsabile di conferire alla pianta il suo aroma terroso e muschiato. Si ritiene inoltre che contribuisca agli effetti sedativi di alcuni ceppi, nonché alle loro proprietà antinfiammatorie

Limonene Il terpene limonene è presente negli oli essenziali degli agrumi. Nella cannabis ha un distinto sapore e aroma di agrumi. Può anche aiutare ad aumentare gli effetti del THC, rendendolo un terpene ideale per coloro che desiderano sperimentare un’esperienza più intensa. È stato anche suggerito che il limonene abbia effetti antinfiammatori, anti-ansia e antidepressivi.

Pinene Il pinene è uno dei terpeni più abbondanti presenti in natura ed è presente in molte piante, tra cui pini, rosmarino e cannabis. Il pinene ha un aroma forte, simile al pino, e un profilo aromatico che può essere descritto come dolce e terroso. Il pinene è noto per essere un efficace antinfiammatorio, broncodilatatore e antisettico. È stato anche dimostrato che aiuta a ridurre l’ansia e migliorare la vigilanza.

Linalolo Il linalolo è un terpene presente nella cannabis ed è noto per il suo aroma floreale e simile alla lavanda. Ha un profumo dolce, speziato e legnoso ed è spesso usato in aromaterapia. Il linalolo è stato collegato a diverse potenziali proprietà curative, tra cui la riduzione di ansia, depressione, dolore, infiammazione e persino l’aiuto con i sintomi dell’epilessia. Inoltre, il linalolo ha proprietà antibatteriche e antimicotiche. Si ritiene inoltre che abbia effetti sedativi, che possono aiutare con l’insonnia e lo stress.

Cariofillene Il cariofillene è un terpene che ha l’aroma di pepe e spezie. È anche noto per il suo aroma e gusto speziato e legnoso. Il cariofillene è noto per i suoi effetti antinfiammatori, dovuti alla sua presenza di beta-cariofillene, un sesquiterpene che è stato studiato come potenziale molecola terapeutica. Può anche aiutare a ridurre i sintomi di ansia e depressione legandosi ai recettori dei cannabinoidi nel cervello. Inoltre, il cariofillene è stato collegato a fornire sollievo dal dolore.

Umulene L’umulene è un terpene che si trova nella cannabis, così come nel luppolo e nella salvia. Ha un odore legnoso e terroso ed è noto per le sue proprietà antinfiammatorie e antibatteriche. È stato collegato alla riduzione dell’infiammazione nel corpo umano, contribuendo a ridurre il dolore e il disagio. Inoltre, l’umulene ha dimostrato di sopprimere l’appetito, rendendolo uno strumento utile per la gestione del peso. Come bonus aggiuntivo, è stato anche segnalato che agisce come agente antimicotico.

COME FUNZIONANO I TERPENI?

I terpeni influiscono sull’organismo umano in molti modi differenti. Tuttavia, considerando l’elevato numero di terpeni esistenti e la complessità del corpo umano, i ricercatori stanno ancora cercando di individuare l’esatto meccanismo d’azione di ciascuna molecola.

I terpeni sono molecole versatili, in grado di influenzare:

• Umore
• Funzioni immunitarie • Sonno
• Appetito

Come gli scienziati hanno sottolineato, i terpeni sono importanti per la creazione degli aromi e per i potenziali effetti biologici, ma anche perché potrebbero operare in sinergia con cannabinoidi come CBD, CBN e CBG. Alcune prove indicano che l’azione combinata di cannabinodi e terpeni genera effetti biologici amplificati.

Questo fenomeno, definito effetto entourage, rende le molecole della canapa uniche nel loro genere.

La verità sulla coltivazione di cannabis in Italia

La cannabis è un argomento di discussione da decenni e l’Italia non fa eccezione. Tuttavia, c’è ancora molta confusione sulla coltivazione e il consumo di cannabis in Italia. In questo articolo, esamineremo più da vicino i cambiamenti nella legislazione, le attuali leggi sulla coltivazione e come potrebbe essere il futuro della cannabis in Italia.

Che tu sia interessato all’uso della marijuana o semplicemente desideri rimanere informato sul mutevole panorama delle leggi sulla cannabis in Italia, sei nel posto giusto!

Indice:
• Introduzione alla coltivazione della cannabis in Italia
• Stato attuale della coltivazione della cannabis in Italia
• Leggi e regolamenti sulle coltivazioni di cannabis in Italia
• Sentenza 8442/23 del 24 Febbraio 2023
• Conclusioni sul futuro della cannabis in Italia.

1. Introduzione alla coltivazione della cannabis in Italia La coltivazione della cannabis in Italia, tanto discussa negli ultimi anni, sta vivendo un’evoluzione nella legislazione italiana. Da una proibizione totale, si sta passando ad una regolamentazione che prevede la possibilità di coltivare la pianta sotto determinate condizioni.
Questa regolamentazione è stata introdotta in risposta alla crescente domanda di cannabis a fini terapeutici, ma anche per scopi industriali. La coltivazione della cannabis è stata storicamente limitata a poche regioni d’Italia, dove veniva coltivata a fini alimentari e tessili. Tuttavia, negli ultimi anni, la domanda di cannabis a fini medici ha portato alla necessità di una regolamentazione più ampia. Con il passare degli anni, la legislazione italiana sulla cannabis è stata rivista e aggiornata, portando alla creazione di normative che regolano la coltivazione a fini terapeutici e scientifici.

Oggi, la coltivazione della cannabis in Italia è possibile solo se si dispone di una autorizzazione rilasciata dal Ministero della Salute e se si rispettano determinati standard di sicurezza. In questo articolo, esploreremo l’evoluzione della legislazione italiana sulla coltivazione della cannabis negli ultimi anni e vedremo come l’Italia si sta adattando alle tendenze globali riguardanti la coltivazione e l’utilizzo della cannabis.

2. Stato attuale della coltivazione della cannabis in Italia La cannabis è un argomento scottante in tutto il mondo e l’Italia non fa eccezione. Sebbene l’uso di cannabis rimanga illegale in Italia, le recenti modifiche legislative hanno portato a una certa depenalizzazione della canapa. Nel 2006, il governo italiano ha approvato l’uso della cannabis per scopi medici e nel 2013 ha approvato una legge che legalizza l’uso della cannabis medica per condizioni specifiche, come dolore cronico, nausea e sclerosi multipla. Tuttavia, la legge richiede la prescrizione di un medico e i pazienti devono procurarsi la cannabis da farmacie autorizzate. Nonostante questi cambiamenti, la coltivazione di cannabis a fini ricreativi è ancora illegale in Italia e punita con sanzioni penali.

Tuttavia, in seguito all’evoluzione della legislazione su scala mondiale, ci sono state alcune proposte di legge per legalizzare la cannabis a uso personale in Italia. Alcuni politici e attivisti sostengono che la legalizzazione della cannabis potrebbe portare importanti benefici economici e sociali, come una maggiore tassazione e la riduzione della criminalità legata allo spaccio di droga.
Ciò nonostante, questa proposta ha incontrato molte resistenze e al momento, la legalizzazione della cannabis a uso personale in Italia è ancora in fase di discussione e resta da vedere se sarà effettivamente approvata in futuro.

3. Leggi e regolamenti sulle coltivazioni di cannabis in Italia In Italia è illegale coltivare cannabis per uso ricreativo. Sebbene la sentenza del 19 dicembre della Corte di Cassazione abbia depenalizzato la coltivazione di piccole quantità di marijuana light per uso personale all’interno della propria abitazione, è importante ricordare che tale attività rimane comunque considerata un illecito amministrativo e soggetto a sanzioni pecuniarie. Tuttavia, la coltivazione di cannabis light CBD è legale in Italia, a patto che si utilizzino semi certificati venduti regolarmente da commercianti autorizzati e che la quantità di THC presente nei semi sia inferiore al limite legale dello 0,6%.

4. Sentenza 8442/23 del 24 Febbraio 2023 La Corte di Cassazione ha sentenziato per la prima volta che coltivare piccole quantità di cannabis in non costituisce un reato. Questa decisione è stata presa dopo che un giovane è stato assolto in appello per auto-coltivazione di cannabis nel giardino della sua abitazione. I giudici hanno ritenuto che la condotta del coltivatore fosse inoffensiva, poiché egli stesso era un consumatore abituale e non c’erano elementi che suggerissero la vendita della cannabis prodotta. Inoltre, la coltivazione riguardava un numero limitato di piante, e non venivano utilizzate particolari tecniche per ottenere una maggiore resa delle piante. Questa sentenza va contro la politica attuale del governo sulla cannabis e non crediamo che influenzerà le leggi esistenti. Tuttavia, rappresenta un passo importante per il movimento per la legalizzazione della cannabis, in quanto dimostra che anche la legge riconosce alcuni comportamenti come leciti se non causano danni a terzi.
Recentemente, alla fiera Canapa Mundi, la presenza della polizia e dei cani antidroga ha dimostrato l’atteggiamento ostile del governo alla legalizzazione della cannabis. Nonostante ciò, la sentenza della Corte di Cassazione dimostra che la società sta cambiando la sua percezione sulla cannabis.

5. Conclusioni sul futuro della cannabis in Italia Il futuro della cannabis in Italia è un argomento interessante da considerare. Mentre le attuali leggi sulla coltivazione sono rigide, c’è un crescente sostegno alla legalizzazione della cannabis per uso medicinale e ricreativo. Molte persone credono che la legalizzazione della cannabis avrebbe un impatto positivo sull’economia, nonché sulla salute e la sicurezza pubblica. Tuttavia, ci sono ancora molti ostacoli da superare prima che la cannabis venga legalizzata in Italia.

Uno di questi ostacoli è cambiare l’atteggiamento del pubblico nei confronti della cannabis. C’è ancora molta disinformazione sulla cannabis e sui suoi effetti e ci vorrà del tempo prima che le persone diventino più istruite. Inoltre, c’è ancora una notevole opposizione da parte di politici e gruppi conservatori che sono resistenti al cambiamento. Nonostante tutto, sono stati compiuti alcuni passi positivi verso la legalizzazione della cannabis in Italia.

Nel 2013, l’esercito italiano è stato autorizzato a iniziare a coltivare cannabis per scopi medici e nel 2019 la Corte Suprema italiana ha stabilito che era legale coltivare piccole quantità di cannabis in casa. Sebbene questi cambiamenti siano piccoli, rappresentano un cambiamento nell’opinione pubblica e una crescente accettazione del consumo di cannabis in Italia. Sarà interessante vedere come si svilupperà il futuro e se l’Italia alla fine legalizzerà la cannabis per uso medicinale e ricreativo. Speriamo che quest’articolo sulla coltivazione della cannabis in Italia ti sia stato utile per capire come le leggi italiane siano cambiate ultimamente. La coltivazione di cannabis per scopi medici e terapeutici è diventata sempre più comune in Italia e le leggi si sono adeguate a questa tendenza. Grazie per averci letto e continua a seguirci per altri aggiornamenti su questo e altri argomenti!

Il CBD può migliorare la tua vita sessuale? | CBD E SESSUALITÀ

Avere una vita sessuale soddisfacente non è solo appagante a livello fisico, ma porta anche numerosi benefici a livello mentale.

Il CBD (cannabidiolo) può essere una soluzione efficace e naturale per migliorare la propria vita sessuale. Può aiutare a favorire quella condizione di relax naturale indispensabile per raggiungere l’orgasmo e aumentare il desiderio sessuale.

CBD E LIBIDO

La libido ovvero il desiderio sessuale, è una pulsione che parte dagli ormoni ma subisce anche l’influenza della condizione psicologica e relazionale di un individuo.

Secondo una ricerca del 2017, la cannabis è stata in grado di attivare una parte del cervello umano che è direttamente collegata al desiderio sessuale. Gli studi dimostrano che il CBD colpisce i recettori ECS, che controllano la funzione sessuale nel corpo.

Effetti del CBD sulla sessualità femminile

E’ stato scoperto che il CBD aumenta la libido in alcune donne. Sulla base dello studio dell’attività sessuale di 373 individui, la ricerca ha stabilito che la cannabis consentirebbe alle donne di essere complessivamente più soddisfatte sotto vari aspetti:

  • Aumento della libido
  • Raggiungimento dell’orgasmo
  • Migliore lubrificazione
  • Meno dolore durante il rapporto
  • Migliore livello di soddisfazione generale

Effetti del CBD sulla sessualità maschile

Il CBD agisce come vasodilatatore, quindi aumenta le dimensioni dei vasi sanguigni, consentendo al sangue di fluire meglio. In questo modo, la stimolazione e l’eccitazione aumentano, con l’effetto in alcuni consumatori di CBD di limitare la disfunzione erettile.

CBD E SESSO: Testimonianze

Un recente sondaggio americano del sito “Remedy Review” ha analizzato le opinioni e le sensazioni di uomini e donne in età fertile che hanno deciso di introdurre il CBD durante il rapporto sessuale. Dopo aver assunto CBD, la maggioranza degli uomini ritiene di aver avuto una resistenza maggiore durante il rapporto, le donne invece hanno dichiarato di aver impiegato molto meno tempo del solito a raggiungere l’orgasmo.

Come si può utilizzare il CBD durante i rapporti sessuali?

L’ideale è assumere il cannabidiolo per via orale con l’ Olio di CBD per rilassare la mente oppure utilizzarlo in aggiunta al lubrificante che usate di solito per un effetto lenitivo, antinfiammatorio e stimolante.

Fiori e Hashish di CBD: questo è sicuramente un ottimo modo per assumere cbd, rilassarsi in compagnia l’uno dell’altro e condividere un momento piacevole prima di fare sesso.

I benefici del CBD sono molteplici, e alla fine portano al rilassamento e a una sensazione più confortevole nel corpo. Quando viene usato per l’intimità, il CBD può essere una risorsa eccellente per ritrovare il piacere sensoriale e quindi una vita sessuale soddisfacente. Visita il nostro shop online e scegli il prodotto a base di CBD più adatto alle tue esigenze. 

SANROLLO

73° festival della fattanza italiana

Ti piace il festival di Sanremo? Se sì, ti piacerà sicuramente il nostro gioco SANROLLO

COSA TI SERVE:

  • Tv e amici
  • Grinder
  • Cartine e filtri
  • TANTA ERBA DI EHHZY

FAI UN TIRO SE:

  • Senti ‘’dirige l’orchestra’’
  • Avviano il televoto
  • Senti la parola Sanremo

FAI DUE TIRI SE:

  • Nominano gli Articolo 31
  • Qualcuno si bacia sul palco
  • Sbagliano il nome di qualcuno

PLUS -Fai un personal se:

Cadono i Cugini di Campagna

MALUS -Non fare più tiri se:

Grignani si presenta ubriaco

Divertiti a giocare al nostro SANROLLO e non dimenticare di seguirci sui nostri social