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Che fine ha fatto il CBD dopo la legalizzazione del THC in California?

Dalle meravigliose spiagge sabbiose della West Coast all’iconica insegna di Hollywood, la California è un luogo unico e pieno di sorprese. Tra queste, spiccano le iniziative pionieristiche nel campo della cannabis. Infatti, la California è stata il primo stato a legalizzare l’uso terapeutico della cannabis nel 1996, aprendo la strada per una serie di progressi nel settore.

La California è sempre stata un pioniere del cambiamento e dell’innovazione e questa legge rappresenta un esempio lampante di questo spirito. Essere all’avanguardia nella legalizzazione della cannabis ha dato alla California un vantaggio competitivo nel settore, oltre a fornire un’opportunità di migliorare la salute, il benessere e la qualità della vita per i suoi cittadini.

Nel 2021, con l’approvazione dell’Assemblea Bill 45, la California ha segnato un altro importante passo avanti nella legalizzazione dei prodotti derivati dalla canapa e del CBD. Questa legge ha reso legale la vendita e la produzione di prodotti a base di canapa, inclusi quelli contenenti CBD. 

Posso acquistare CBD in California?

Il CBD è disponibile in varie forme nei negozi specializzati, negozi di salute e benessere, e talvolta anche nei negozi di alimentari. La sua presenza è diventata una scelta comune per le persone che cercano sollievo da vari sintomi e condizioni come ansia, depressione, dolore cronico, insonnia e altro ancora.

Dopo la legalizzazione del THC in California, il CBD ha continuato a essere molto popolare e facilmente accessibile nella comunità. Anche se sia il THC che il CBD sono cannabinoidi derivati dalla pianta di cannabis, ci sono alcune differenze tra i due. Il THC è noto per le sue proprietà psicoattive, che causano la sensazione di “sballo”, mentre il CBD non ha effetti psicoattivi e non causa alterazioni cognitive. (Leggi qui gli usi e benefici del CBD

La legalizzazione del THC ha anche portato a una maggiore attenzione e ricerca sul CBD. Poiché entrambi i composti si trovano nella pianta di cannabis, le persone sono diventate più interessate a comprendere i potenziali benefici e la sicurezza del cannabidiolo. Gli studi scientifici e le ricerche sul CBD sono aumentati, fornendo una maggiore base di conoscenza per la comunità sulla sua efficacia nell’affrontare una varietà di condizioni mediche.

In conclusione, dalla legalizzazione della cannabis terapeutica nel 1996 all’approvazione dell’Assemblea Bill 45 nel 2021, la California ha dimostrato di essere un leader nella promozione e nella regolamentazione del CBD. 

Siamo entusiasti di vedere cosa riserverà il futuro per il CBD e l’industria della cannabis in California e nelle altre parti del mondo che si ispirano a questa visione illuminata. 
Condividi su Instagram la tua esperienza e opinione sulla regolamentazione del CBD in California, ci trovi come @ehhzy_ba

Le informazioni sopra riportate vengono fornite esclusivamente a scopo didattico e informativo, senza alcuna intenzione di fornire consulenza legale. 

Le conseguenze del 22 Settembre.

INTRODUZIONE

Il decreto del 22 settembre 2023, che ha inserito le “preparazioni ad uso orale di cannabidiolo (CBD) ottenuto da estratti di cannabis” nella tabella dei medicinali contenuta nel testo unico sugli stupefacenti, ha comportato numerose conseguenze sia per i consumatori che per i commercianti.

In questo articolo cercheremo di analizzare e fare chiarezza sulla situazione dell’olio di cbd in Italia, buona lettura!

CONSEGUENZE PER I CONSUMATORI

Per i consumatori di olio di CBD, la prima importante conseguenza è stata proprio la difficoltà nel reperire dell’olio di CBD. La legge ha imposto che la vendita del CBD debba essere effettuata esclusivamente da farmacie sotto prescrizione medica.

Tuttavia ad oggi molte farmacie non sono ancora attrezzate per la vendita di olio di CBD e spesso non hanno le conoscenze necessarie per fornire informazioni ai consumatori.

A tal proposito, vogliamo riportare la testimonianza di un nostro cliente abituale, lo chiameremo Mario per privacy: “Adesso cosa devo fare? Devo chiedere al medico? E se il mio medico non dovesse prescrivere l’olio? Non so più a chi rivolgermi, fino ad oggi ho sempre acquistato l’olio di CBD in negozi specializzati come il vostro, ma adesso mi sento spiazzato e non so come fare per trovare il prodotto di cui ho bisogno”.

La testimonianza del signor Mario è solo una delle tante che abbiamo ricevuto nell’ultimo mese, da clienti che non sanno più a chi rivolgersi per trovare un prodotto di cui hanno bisogno. 

In generale, il decreto che ha inserito le preparazioni di CBD ad uso orale nella tabella dei medicinali ha creato molte difficoltà per i consumatori, causando molta confusione e disorientamento e, di conseguenza, un enorme aumento della disinformazione. 

Tuttavia, noi come venditori continuiamo a cercare di supportare i nostri clienti, nonostante le difficoltà. Speriamo che l’attuale fase di incertezza si risolva presto e che i consumatori possano nuovamente avere accesso a tutti i prodotti a base di CBD di cui hanno bisogno. (leggi qui per scoprire gli usi e i benefici dell’olio di CBD)

CONSEGUENZE PER I COMMERCIANTI

Per noi commercianti, invece, le percussioni sono state molto gravi. 

La principale conseguenza è stata la confusione che la nuova normativa ha creato sulla commercializzazione del CBD. Spesso le forze dell’ordine si sono basate su notizie giornalistiche che confondono il CBD ad uso orale con altri prodotti, sequestrando indiscriminatamente qualsiasi cosa, anche infiorescenze.

Alcune aziende sono state sottoposte a sequestri di prodotti e sono finite sotto processo per detenzione e spaccio di stupefacenti, causando danni economici e psicologici non indifferenti. Questa nuova normativa ha rappresentato un ulteriore ostacolo per il mercato del CBD, che già stava cercando di trovare una regolamentazione adeguata in cui operare. Tuttavia, la situazione attuale ha creato molta confusione e difficoltà per i commercianti.

ULTIME NOTIZIE: Il Tar del Lazio boccia il decreto del governo sui derivati della cannabis light.

Il Tar del Lazio ha respinto il decreto ministeriale del 7 agosto scorso, che aveva vietato la vendita di prodotti a base di cannabidiolo per uso orale, inserendoli nella tabella dei medicinali. La decisione è arrivata in seguito al ricorso presentato dall’associazione Imprenditori Canapa Italia (ICI) il 3 ottobre e ha concesso la sospensione del decreto, consentendo nuovamente il commercio di questi prodotti al pubblico.

Il tribunale amministrativo ha stabilito che il decreto è inefficace fino alla camera di consiglio fissata per il 24 ottobre. Ci auguriamo che presto ci sia maggiore chiarezza sulla normativa in modo che tutti i commercianti possano operare in modo trasparente e in linea con la legge.

Metodi della coltivazione della cannabis

Se sei un appassionato di cannabis, saprai che ci sono diversi metodi di coltivazione che possono influenzare la qualità e la resa delle piante. Nel mondo della coltivazione della cannabis, le quattro principali metodologie sono: indoor, outdoor, greenhouse (in serra) e idroponica

In questo articolo ti spiegheremo le principali differenze tra i metodi di coltivazione appena citati e i loro vantaggi. Buona lettura!

COLTIVAZIONE INDOOR

La coltivazione indoor della cannabis offre numerosi vantaggi per i coltivatori.

Uno dei principali vantaggi della coltivazione indoor è il controllo delle condizioni ambientali. Coltivando la cannabis indoor, i coltivatori hanno la possibilità di creare l’ambiente ideale per le loro piante, compreso il controllo della temperatura, dell’umidità e dell’illuminazione. Questo controllo consente la coltivazione durante tutto l’anno indipendentemente dalla stagione o dal clima, rendendolo un’opzione adatta per i coltivatori in varie regioni.

Inoltre, la coltivazione indoor utilizzando lampade come fonte di luce fornisce condizioni di illuminazione personalizzabili per una crescita ottimale delle piante. Questo livello di controllo sull’ambiente può comportare rese di qualità superiore e una produzione più consistente.

Un altro vantaggio della coltivazione indoor della cannabis è una maggiore resa. Con un’attenta gestione delle condizioni ambientali, i coltivatori possono ottimizzare la crescita delle piante e massimizzare il potenziale di resa. Fornendo alle piante le condizioni ideali per la crescita, come l’illuminazione controllata, l’apporto di nutrienti e il flusso d’aria.

Tuttavia, è importante notare che il raggiungimento di rese più elevate può richiedere un investimento significativo in attrezzature, come luci di coltivazione e sistemi di ventilazione, nonché una conoscenza approfondita della cura delle piante e delle tecniche di coltivazione 

Oltre al potenziale di resa, la coltivazione di cannabis indoor offre un maggiore controllo di parassiti e malattie. Coltivando la cannabis indoor, i coltivatori possono ridurre al minimo il rischio di parassiti e malattie che si trovano comunemente negli ambienti esterni . L’ambiente controllato di una grow room riduce la probabilità che parassiti e malattie vengano introdotti nelle piante, oltre a consentire la diagnosi precoce e l’intervento in caso di problemi. Questo può aiutare a prevenire la perdita del raccolto e garantire la salute generale e la vitalità delle piante. 

COLTIVAZIONE OUTDOOR

La coltivazione di cannabis all’aperto è una scelta popolare per molti coltivatori per diversi motivi. Uno dei vantaggi significativi della coltivazione all’aperto è l’utilizzo della luce solare naturale. La luce solare fornisce alle piante l’intero spettro di luce di cui hanno bisogno per una crescita e uno sviluppo ottimale.

Inoltre, la coltivazione all’aperto ha spesso costi inferiori rispetto ai metodi indoor o in serra. L’ambiente naturale fornisce gli elementi necessari per la crescita delle piante, riducendo la necessità di illuminazione artificiale, controllo della temperatura e sistemi di ventilazione. Un altro vantaggio della coltivazione all’aperto è il potenziale per piante di dimensioni maggiori. Con ampi spazi e una crescita radicale illimitata, le piante possono raggiungere il loro pieno potenziale, con conseguenti rese più elevate. Tuttavia, la coltivazione all’aperto comporta anche considerazioni come la vulnerabilità alle condizioni meteorologiche, i parassiti e il controllo limitato sui fattori ambientali.

COLTIVAZIONE IN SERRA

La coltivazione in serra offre una via di mezzo tra i metodi indoor e outdoor. 

Questo metodo fornisce un ambiente più controllato rispetto alla coltivazione all’aperto, consentendo ai coltivatori di prolungare la stagione di crescita e proteggere le piante dalle condizioni meteorologiche avverse. Le serre offrono anche il vantaggio di un maggiore controllo sui fattori ambientali come la temperatura e l’umidità senza dover dipendere completamente dalla luce artificiale. Tuttavia, la coltivazione in serra richiede ulteriori investimenti in infrastrutture e manutenzione rispetto alla coltivazione all’aperto. L’uso di sistemi di illuminazione artificiale e climatizzazione può aumentare i costi operativi.

Nonostante ciò, la coltivazione in serra rimane una scelta popolare per i coltivatori che cercano un equilibrio tra ambienti naturali e controllati per la crescita della cannabis.

COLTIVAZIONE IDROPONICA

La coltivazione idroponica di cannabis consente di coltivare le piante utilizzando una soluzione nutritiva anziché il suolo. Questo metodo consente un maggiore controllo sulle quantità di nutrienti che le piante ricevono e sulla quantità d’acqua che necessitano. Inoltre, la coltivazione idroponica riduce il rischio di malattie del suolo e di infestazioni di insetti. Tuttavia, questo metodo richiede un livello più elevato di esperienza e investimenti in attrezzature, come pompe, serbatoi e sistemi di monitoraggio. Il mantenimento e il monitoraggio dei livelli di nutrienti e dell’equilibrio del pH sono fondamentali per il successo della coltivazione idroponica. 

In conclusione, le diverse coltivazioni della cannabis, indoor, outdoor, in serra e idroponica, offrono una serie di vantaggi e sfide uniche. La coltivazione indoor consente ai coltivatori di avere il pieno controllo delle condizioni ambientali, mentre quella outdoor sfrutta le risorse naturali e offre ai fiori un profilo aromatico unico. La coltivazione in serra combina i vantaggi di entrambi i metodi e può estendere la stagione di crescita. Infine, la coltivazione idroponica elimina il bisogno di terreno e permette un’ottima circolazione dei nutrienti.

Ogni metodo ha i suoi pro e contro, ma il successo della coltivazione dipende dalle competenze del coltivatore, dalle risorse disponibili e dagli obiettivi desiderati. Scegliere tra le diverse opzioni richiede una valutazione attenta delle esigenze personali e dell’ambiente circostante.

In definitiva, sia che si opti per una coltivazione indoor, outdoor, in serra o idroponica, è fondamentale investire tempo nella ricerca e nell’apprendimento continuo per migliorare le proprie competenze nel settore e raggiungere risultati soddisfacenti.

La verità sulla coltivazione di cannabis in Italia

La cannabis è un argomento di discussione da decenni e l’Italia non fa eccezione. Tuttavia, c’è ancora molta confusione sulla coltivazione e il consumo di cannabis in Italia. In questo articolo, esamineremo più da vicino i cambiamenti nella legislazione, le attuali leggi sulla coltivazione e come potrebbe essere il futuro della cannabis in Italia.

Che tu sia interessato all’uso della marijuana o semplicemente desideri rimanere informato sul mutevole panorama delle leggi sulla cannabis in Italia, sei nel posto giusto!

Indice:
• Introduzione alla coltivazione della cannabis in Italia
• Stato attuale della coltivazione della cannabis in Italia
• Leggi e regolamenti sulle coltivazioni di cannabis in Italia
• Sentenza 8442/23 del 24 Febbraio 2023
• Conclusioni sul futuro della cannabis in Italia.

1. Introduzione alla coltivazione della cannabis in Italia La coltivazione della cannabis in Italia, tanto discussa negli ultimi anni, sta vivendo un’evoluzione nella legislazione italiana. Da una proibizione totale, si sta passando ad una regolamentazione che prevede la possibilità di coltivare la pianta sotto determinate condizioni.
Questa regolamentazione è stata introdotta in risposta alla crescente domanda di cannabis a fini terapeutici, ma anche per scopi industriali. La coltivazione della cannabis è stata storicamente limitata a poche regioni d’Italia, dove veniva coltivata a fini alimentari e tessili. Tuttavia, negli ultimi anni, la domanda di cannabis a fini medici ha portato alla necessità di una regolamentazione più ampia. Con il passare degli anni, la legislazione italiana sulla cannabis è stata rivista e aggiornata, portando alla creazione di normative che regolano la coltivazione a fini terapeutici e scientifici.

Oggi, la coltivazione della cannabis in Italia è possibile solo se si dispone di una autorizzazione rilasciata dal Ministero della Salute e se si rispettano determinati standard di sicurezza. In questo articolo, esploreremo l’evoluzione della legislazione italiana sulla coltivazione della cannabis negli ultimi anni e vedremo come l’Italia si sta adattando alle tendenze globali riguardanti la coltivazione e l’utilizzo della cannabis.

2. Stato attuale della coltivazione della cannabis in Italia La cannabis è un argomento scottante in tutto il mondo e l’Italia non fa eccezione. Sebbene l’uso di cannabis rimanga illegale in Italia, le recenti modifiche legislative hanno portato a una certa depenalizzazione della canapa. Nel 2006, il governo italiano ha approvato l’uso della cannabis per scopi medici e nel 2013 ha approvato una legge che legalizza l’uso della cannabis medica per condizioni specifiche, come dolore cronico, nausea e sclerosi multipla. Tuttavia, la legge richiede la prescrizione di un medico e i pazienti devono procurarsi la cannabis da farmacie autorizzate. Nonostante questi cambiamenti, la coltivazione di cannabis a fini ricreativi è ancora illegale in Italia e punita con sanzioni penali.

Tuttavia, in seguito all’evoluzione della legislazione su scala mondiale, ci sono state alcune proposte di legge per legalizzare la cannabis a uso personale in Italia. Alcuni politici e attivisti sostengono che la legalizzazione della cannabis potrebbe portare importanti benefici economici e sociali, come una maggiore tassazione e la riduzione della criminalità legata allo spaccio di droga.
Ciò nonostante, questa proposta ha incontrato molte resistenze e al momento, la legalizzazione della cannabis a uso personale in Italia è ancora in fase di discussione e resta da vedere se sarà effettivamente approvata in futuro.

3. Leggi e regolamenti sulle coltivazioni di cannabis in Italia In Italia è illegale coltivare cannabis per uso ricreativo. Sebbene la sentenza del 19 dicembre della Corte di Cassazione abbia depenalizzato la coltivazione di piccole quantità di marijuana light per uso personale all’interno della propria abitazione, è importante ricordare che tale attività rimane comunque considerata un illecito amministrativo e soggetto a sanzioni pecuniarie. Tuttavia, la coltivazione di cannabis light CBD è legale in Italia, a patto che si utilizzino semi certificati venduti regolarmente da commercianti autorizzati e che la quantità di THC presente nei semi sia inferiore al limite legale dello 0,6%.

4. Sentenza 8442/23 del 24 Febbraio 2023 La Corte di Cassazione ha sentenziato per la prima volta che coltivare piccole quantità di cannabis in non costituisce un reato. Questa decisione è stata presa dopo che un giovane è stato assolto in appello per auto-coltivazione di cannabis nel giardino della sua abitazione. I giudici hanno ritenuto che la condotta del coltivatore fosse inoffensiva, poiché egli stesso era un consumatore abituale e non c’erano elementi che suggerissero la vendita della cannabis prodotta. Inoltre, la coltivazione riguardava un numero limitato di piante, e non venivano utilizzate particolari tecniche per ottenere una maggiore resa delle piante. Questa sentenza va contro la politica attuale del governo sulla cannabis e non crediamo che influenzerà le leggi esistenti. Tuttavia, rappresenta un passo importante per il movimento per la legalizzazione della cannabis, in quanto dimostra che anche la legge riconosce alcuni comportamenti come leciti se non causano danni a terzi.
Recentemente, alla fiera Canapa Mundi, la presenza della polizia e dei cani antidroga ha dimostrato l’atteggiamento ostile del governo alla legalizzazione della cannabis. Nonostante ciò, la sentenza della Corte di Cassazione dimostra che la società sta cambiando la sua percezione sulla cannabis.

5. Conclusioni sul futuro della cannabis in Italia Il futuro della cannabis in Italia è un argomento interessante da considerare. Mentre le attuali leggi sulla coltivazione sono rigide, c’è un crescente sostegno alla legalizzazione della cannabis per uso medicinale e ricreativo. Molte persone credono che la legalizzazione della cannabis avrebbe un impatto positivo sull’economia, nonché sulla salute e la sicurezza pubblica. Tuttavia, ci sono ancora molti ostacoli da superare prima che la cannabis venga legalizzata in Italia.

Uno di questi ostacoli è cambiare l’atteggiamento del pubblico nei confronti della cannabis. C’è ancora molta disinformazione sulla cannabis e sui suoi effetti e ci vorrà del tempo prima che le persone diventino più istruite. Inoltre, c’è ancora una notevole opposizione da parte di politici e gruppi conservatori che sono resistenti al cambiamento. Nonostante tutto, sono stati compiuti alcuni passi positivi verso la legalizzazione della cannabis in Italia.

Nel 2013, l’esercito italiano è stato autorizzato a iniziare a coltivare cannabis per scopi medici e nel 2019 la Corte Suprema italiana ha stabilito che era legale coltivare piccole quantità di cannabis in casa. Sebbene questi cambiamenti siano piccoli, rappresentano un cambiamento nell’opinione pubblica e una crescente accettazione del consumo di cannabis in Italia. Sarà interessante vedere come si svilupperà il futuro e se l’Italia alla fine legalizzerà la cannabis per uso medicinale e ricreativo. Speriamo che quest’articolo sulla coltivazione della cannabis in Italia ti sia stato utile per capire come le leggi italiane siano cambiate ultimamente. La coltivazione di cannabis per scopi medici e terapeutici è diventata sempre più comune in Italia e le leggi si sono adeguate a questa tendenza. Grazie per averci letto e continua a seguirci per altri aggiornamenti su questo e altri argomenti!

SANROLLO

73° festival della fattanza italiana

Ti piace il festival di Sanremo? Se sì, ti piacerà sicuramente il nostro gioco SANROLLO

COSA TI SERVE:

  • Tv e amici
  • Grinder
  • Cartine e filtri
  • TANTA ERBA DI EHHZY

FAI UN TIRO SE:

  • Senti ‘’dirige l’orchestra’’
  • Avviano il televoto
  • Senti la parola Sanremo

FAI DUE TIRI SE:

  • Nominano gli Articolo 31
  • Qualcuno si bacia sul palco
  • Sbagliano il nome di qualcuno

PLUS -Fai un personal se:

Cadono i Cugini di Campagna

MALUS -Non fare più tiri se:

Grignani si presenta ubriaco

Divertiti a giocare al nostro SANROLLO e non dimenticare di seguirci sui nostri social

COCKTAIL ESTIVI E CANNABIS LEGALE: ECCO 3 ACCOPPIATE VINCENTI 🍹

Cosa c’è di meglio che rilassarsi in spiaggia con il calore del sole, un joint e un delizioso cocktail fresco da sorseggiare?

L’estate è in pieno svolgimento e la voglia di stare all’aria aperta e di passare del tempo in compagnia delle persone che amiamo diventa sempre più forte.

Ecco quindi le 3 combo perfette di erba legale e cocktail estivi che ti faranno volare in un paradiso tropicale.

BLUEBERRY+MOJITO

Il Cocktail estivo più popolare in combinazione con la Blueberry , una delle migliori genetiche di cannabis.
Rum bianco, soda, succo di lime e menta fresca si sposano perfettamente con le dolci note di frutti di bosco di questa varietà di marijuana.
Il risultato è il perfetto equilibrio tra dolcezza e frizzantezza.

SOUR MANGO+PINA COLADA

Il mix Pina Colada e Sour Mango è da provare almeno una volta nella vita.
Il sapore dolce dell’ananas e della crema di cocco unito alla componente terpenica di mango e frutta esotica tipica di questa genetica di erba legale è una vera e propria esplosione di dolcezza tropicale.

GOLDEN AMNESIA+SPRITZ

Ultimi, ma non per importanza, il cocktail estivo per antonomasia e la varietà di marijuana che non ha bisogno di presentazioni:
Spritz e Golden Amnesia.
L’aroma della Golden Amnesia è intenso e pungente, il rischio di acquolina in bocca c’è. Le sue note zuccherine e agrumate in combinazione con il sapore dolce amaro tipico dello Spritz danno origine all’aperitivo perfetto. What else?

Ti portiamo in spiaggia la migliore erba legale a Bari, Monopoli e provincia in soli 60 minuti, pronta per essere assaporata insieme ai cocktail estivi che abbiamo proposto nell’articolo.
Non ti resta che ordinare e … goderti il tuo momento di relax!

CBD animali: come agisce il CBD sui nostri animali domestici

CBD e animali

 

Il CBD sta diventando sempre più popolare come integratore a base di erbe.
Un metodo completamente naturale e, soprattutto, sicuro che ultimamente sembra aver convinto anche molti proprietari di animali domestici.

 

 

Come agisce il CBD sui nostri animali?
I cannabinoidi, come appunto il CBD, svolgono la loro azione attraverso il sistema endocannabinoide, un sistema fisiologico presente non solo negli esseri umani, ma anche in molti vertebrati come cani, gatti, roditori e persino rettili.

Il CBD aiuta a gestire il dolore (il che lo rende un potenziale agente terapeutico per gli animali domestici che soffrono di dolore cronico) e ha anche dimostrato di ridurre le infiammazioni, che stanno alla radice di molti problemi di salute.
Il CBD è anche un potente antiossidante e, di conseguenza, può ridurre efficacemente i danni al DNA neutralizzando i radicali liberi.

La capacità del CBD di sostenere le funzioni del cervello e del cuore potrebbe svolgere un ruolo importante nella vita dei nostri animali, da quando sono cuccioli a quando diventano adulti.
Nel complesso, il CBD è un eccellente integratore naturale che può lenire i sintomi di diversi malesseri e preservare la salute degli animali domestici bilanciando la loro omeostasi.

 

 

Come e perchè somministrare il CBD agli animali domestici?
La ricerca, pubblicata dalla rivista americana Current Drug Safety, ha dimostrato che il cannabidiolo è in grado di alleviare i sentimenti di ansia, proprietà particolarmente utile per gli animali domestici come i cani ansiosi che soffrono di ansia da separazione quando il proprietario esce di casa per andare al lavoro.

Per questo è consigliato come integratore giornaliero, vista anche la sua facilità di somministrazione. I nostri amici a 4 zampe possono assumerlo per via orale, rilasciando le gocce direttamente sotto la lingua o, per i più ribelli, “nascondendolo” facilmente nella loro pappa!

 

Quali sono i prodotti CBD più sicuri e consigliati?
Quasi tutti i prodotti con CBD derivano da canapa industriale o da varietà di cannabis ricche in CBD, a differenza delle varietà di cannabis selettivamente ibridate per ottenere concentrazioni di THC più elevate.

Ciò significa che la maggior parte dei prodotti – come olii o croccantini con CBD ha un contenuto minimo, se non nullo, di questo cannabinoide psicoattivo.

Il CBD può influenzare la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, la temperatura corporea, i livelli di glucosio, il pH, i livelli di potassio e sodio o il transito gastrointestinale.
Inoltre, non sono stati osservati effetti avversi sulle funzioni psicomotorie e psicologiche.

 

Tutti i prodotti della linea Plant of Life contengono solo CBD, senza alcuna traccia di THC, e potete scegliere il più idoneo in base alla quantità percentuale di CBD presente nelle varie boccette di olio.

Sono tutti disponibili presso i nostri cannabis store e nel nostro shop online!

 

 



 

 







 

 

 




 

 

CBD e perdita di peso

CBD e perdita di peso

 

Il CBD, oltre ad essere un ottimo integratore alimentare, è uno strumento eccellente per affrontare i problemi legati all’obesità e promuovere la perdita di peso nelle persone in sovrappeso, attraverso 3 modi principali:

 

1.  Supporta la salute mitocondriale e metabolica


I mitocondri costituiscono la “centrale energetica” della cellula: la parte responsabile della conversione di zuccheri, grassi e persino proteine in energia utilizzabile dalla cellula.

Quando il funzionamento dei nostri mitocondri non è ottimale, diventa più difficile fornire al corpo l’energia di cui ha bisogno e anche perdere peso extra.
Succede che il corpo assorbe molta energia dal nostro cibo, ma le nostre cellule hanno difficoltà a trasformare quell’energia in una forma che possiamo usare.
Così, per evitare che troppi zuccheri si accumulino nel flusso sanguigno, il fegato li converte quasi tutti in grasso che immagazzina per poterlo utilizzare in un secondo momento.
Questa è la causa principale che ci fa sentire stanchi e grassi!

Secondo uno studio della School of Medical Sciences della University of Aberdeen, assumendo CBD aumentiamo la capacità del sistema endocannabinoide di controllare i mitocondri.
Questo significa che, insieme ad un’adeguata attività fisica e al giusto apporto nutrizionale, il CBD può ridurre significativamente l’accumulo di grasso aumentando la velocità con cui lo bruciamo.

 

2. Normalizza i livelli di insulina per favorire la combustione dei grassi


Molto spesso anche adottando uno stile di vita sano, cambiando dieta e facendo attività fisica, il nostro corpo non riesce a bruciare i chili di troppo

Il problema sta nei livelli di insulina (un ormone rilasciato dal pancreas che trasporta lo zucchero nelle cellule, dove viene convertito in energia) che possono rimanere alti e, quando i livelli di insulina sono alti nel sangue, non possiamo assolutamente bruciare grassi.

Ed è qui che entra in gioco il CBD!

In un ampio studio riportato dal The American Journal of Medicine, che coinvolgeva circa 4700 pazienti affetti da malattia metabolica, è stato rilevato che il CBD e l’uso di marijuana offrivano una riduzione del 17% dell’insulina a digiuno.

Questo è importante perché se riusciamo a ridurre i livelli di insulina, diventa molto più facile perdere gli ultimi chili in eccesso.
Effetti estremamente preziosi anche per gli obesi, poiché aiutano a stabilizzare i livelli di insulina e avviano il processo di riduzione del peso a livelli sani: è l’attività più vantaggiosa fornita dall’olio di CBD per l’obesità a lungo termine!

 

3. Riduce l’appetito diminuendo l’assunzione calorica


Uno dei modi migliori per dimagrire e raggiungere un peso sano è frenare il più possibile l’appetito e il CBD è uno strumento eccellente per questo obiettivo.

 

Il CBD è considerato un soppressore dell’appetito: funziona migliorando la sensibilità dell’ipotalamo, la regione del cervello responsabile del controllo di quasi tutta l’omeostasi, compresi i livelli di fame.

Prima dell’acquisto, è molto importante controllare che nell’olio non siano presenti tracce di THC che potrebbe provocare l’effetto opposto a quello desiderato, aumentando i livelli di fame.

Tutti i prodotti della gamma Plant of Life, presenti nei nostri cannabis store e nel nostro shop online, garantiscono solo dosi di CBD e nessuna quantità di THC!

Marijuana & Sport

Marijuana & Sport

 

La rivoluzione della cannabis procede, sempre più forte, ormai in tutti i settori socio-economici dall’Europa agli Stati Uniti.

Adesso sta finalmente arrivando anche nel mondo dello sport professionistico dove, per decenni, è sempre stata proibita in tutte le sue forme, inclusa quella pubblicitaria.

 

Se l’NHL è stata un pioniere nella politica sulla cannabis, non includendola nell’elenco di sostanze vietate per molti anni, le altre leghe sportive – da sempre contrarie a questa “concessione” – sembra si stiano accorgendo solo ora dell’importanza mediatica della marijuana nella pubblicità.

Le leghe sportive e le società all’interno delle leghe, infatti, possono guadagnare centinaia di milioni all’anno proprio tramite i contratti di sponsor e, secondo le ultime indiscrezioni, numerose compagnie produttrici di cannabis e cannabis light supporterebbero i club professionisti in questo modo.

Il futuro dell’MLS: sponsored by CBD?

 

Secondo il Sports Business Journal, presto anche l’MLS potrebbe “convertirsi” al CBD.
Don Garber, commissario dell’MLS, lo scorso mese ha dichiarato che la lega subirebbe 1 miliardo di dollari di entrate a causa della pandemia Covid-19: per questo nuove opportunità commerciali, come nel caso della marijuana light, aiuterebbero le società e la lega a recuperare parte di quei soldi.

 

Certo, questa nuova fonte di guadagno non riuscirebbe a risolvere tutti i problemi economici che l’MLS sta riscontrando, ma potrebbe aiutare il bilancio aziendale di molte società in difficoltà.
La cannabis e la cannabis light sono ormai legali in molti stati USA e, il fatto che il CBD non provochi intossicazioni o problemi di dipendenza, potrebbe aiutare a favorire l’ingresso delle aziende produttrici di marijuana come sponsor dell’MLS.

La cannabis light in Italia

l boom commerciale della cannabis light in Italia ha avuto un effetto molto positivo nella lotta al traffico illegale di canapa con un elevato contenuto di THC.
Uno studio condotto dai ricercatori Francesco Principe, Leonardo Madia e Vincenzo Carrieri, nel periodo compreso tra maggio 2017 e febbraio 2018, ha dimostrato che il numero di piante di cannabis coltivate in clandestinità è diminuito del 33%.

– I numeri

Il mondo della cannabis è un business da 12 miliardi di dollari in tutto il mondo e, ormai, una realtà consolidata anche nel nostro Paese.
Per questo, il valore economico della canapa light non è da sottovalutare: un settore che coinvolge 10.000 lavoratori con 1.500 nuove aziende specializzate e altre 800 aziende agricole create proprio per sfruttare la scia positiva, e un mercato in forte espansione tanto che la vendita della marijuana legale è tra le prime 10 attività più redditizie degli ultimi due anni.

Dal 2013 i terreni destinati alla coltivazione della canapa hanno visto un incremento di 10 volte e, se nel 2017 il giro d’affari era di 40 milioni di euro, nel 2018 il fatturato della cannabis light è stato pari a 150 milioni di euro.

– Light contro il narcotraffico

I numeri che riguardano la cannabis light lasciano intravedere un futuro roseo per l’Italia e sono molto positivi, non solo dal punto di vista economico, ma anche per il notevole impatto che la marijuana legale ha avuto sul narcotraffico.

La diffusione della canapa “depotenziata” ha portato alla riduzione dell’8% della diffusione di hashish e del 14% dei sequestri di marijuana illegale.
Inoltre, sono calati del 3% gli arresti effettuati per crimini correlati a sostanze stupefacenti.